Doppiozero: Per un teatro in levare

DOPPIOZERO
Da Napoli a Sansepolcro. Per un teatro in levare
Viaggio nelle scene d’estate #2

di Francesca Saturnino

23 luglio 2021

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L’altro lavoro che lascia il segno porta la firma de Le Belle Bandiere che in circa un’ora danno luogo a un’altra festa/invocazione di fantasmi, in un teatro svuotato da una guerra, una catastrofe o… una pandemia. “Sembra il primo giorno dopo la Quaresima, quando le compagnie si disfano e si rifanno. Sui nostri nomi è caduto un grandissimo oblio. Niente si dimentica così in fretta come il nome di un attore o attrice, poi meteore”, dice Elena Bucci, prima di passare in rassegna una splendida galleria di volti e nomi noti o dimenticati, in uno scarto continuo tra teatro e metateatro, realtà, immaginazione, etereo lirismo. Il lavoro scaturisce dal sapore amaro di Risate di Gioia, chicca cinematografica in cui Mario Monicelli mette insieme – per la prima e ultima volta nella storia – Totò e Anna Magnani nei panni di due artisti scalcagnati che, nella notte di Capodanno, s’incontrano per inseguire il loro sogno di lustrini e frac, nonostante tutto. Tra drappi appesi, polvere e poltrone smangiucchiate, i due attori si fanno attraversare e a loro volta attraversano epoche: la Commedia dell’Arte, il teatro all’Italiana, il Varietà, la censura del Fascismo, il Cinema. Figure analogiche e indispensabili come il suggeritore, il trovarobe, il macchinista, il portaceste rivivono nel cambio continuo di voci, dialetti, atmosfere degli abilissimi Sgrosso/Bucci.
E ancora le storie di Giacinta Pezzana, “la grande vagabonda” che precorse i tempi; le Sorelle Nava, figlie di “Brugnoletto”, antifascista romano, fino ad arrivare a Salvatore e Antonio Petito – con un Marco Sgrosso/Pulcinella da incorniciare, e la scena di Elena Bucci/Eleonora Duse bambina che corre nelle strade buie del suo paese per la prima recita della vita, che sembra un film. L’impressione è che questi due artisti con la a maiuscola abbiano costruito una sorta di canovaccio libero, a partire da notizie, scritti, biografie di questi personaggi e che, di volta in volta, come, i grandi attori di un tempo, decidano su quali storie andare, anche a seconda del pubblico astante. Le Belle Bandiere tornano a recitare nel buio di questo presente dove “s’è rotto il sole”, guardando al passato come un salvifico appiglio. Il loro è un omaggio a tutti “gli sbandati, gli stregati, i tramortiti sul palcoscenico; gli istrioni, i capocomici, i primattori; tutti quelli che dal Varietà hanno fatto il salto al cinema, sorpassando ogni censura”. E che supereranno anche le pandemie.