ARLECCHINO MILITARE
la ridicola historia del povero Arlecchino
arruolato controvoglia dall’armata di passaggio
arruolato controvoglia dall’armata di passaggio
memoria di una commedia perduta dei comici dell’arte
regia e drammaturgia di Maurizio Schmidt
produzione Farneto Teatro
edizione 2004
Arlecchino Marco Sgrosso
Corallina Elisabetta Vergani
Coccodrillo Pantalone Generale Claudio De Maglio
Spezzacapo Don Garcia Giorgio Branca
Spaventa Don Sancio Carlo Ottolini
Spezzaferro Massimo Greco
Don Alonso Attendente Pino Menzolini
Rosaura Ancilla Oggioni
luci Loredana Oddone - elettricista Max Mugnai - costumi Stefania Basile - maschere Stefano Perocco - musica Ramberto Ciammarughi
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La favola dell’incontro tra il contadino ed i soldati è antica quanto il teatro. La campagna e l’esercito sono due universi che si sono fronteggiati da sempre sulla scena teatrale creando una infinità di giochi basati sull’equivoco, la furbizia o la sopraffazione: da una parte un mondo che non vede al di là del proprio campo, ma che ne conosce tutti i segreti; dall’altra un mondo più moderno e cosmopolita che sembra ottuso e violento, ma sta sviluppando le istituzioni della moderna società di massa. Tra contadino e soldato, uno dei due é molto più forte, l'altro è più furbo. Natura contro cultura, individuo contro organizzazione, dialetto contro lingua: nelle favole di tutti i tempi sull’arruolamento del contadino c’é il mito del passaggio dall’antico al moderno.
Esistevano canovacci secenteschi di Arlecchino soldato che sono andati irrimediabilmente perduti, ma di cui si ritrovano tracce in varie opere: “L’Amante militare” di Goldoni ad esempio o “Un uomo è un uomo” di Brecht. In entrambe queste opere il contadino inurbato che fa il facchino entra in contatto con il mondo militare che non conosce. Ma in quella di Brecht il mite scaricatore del porto subisce una vera e propria metamorfosi, viene trasformato in una macchina da guerra: affiora di quel personaggio un lato di individualismo mortale, la sua furbizia lo perde, la sua fame lo rende vulnerabile. Cosicché in quest’opera erede della commedia plautina avviene un tramonto irrimediabile: muore la maschera popolare e con essa la commedia.
La reinvenzione di “Arlecchino militare” da parte di Farneto Teatro ha cercato una sintesi drammaturgica tra materiali di tradizione e materiali reinventati nel gioco scenico, frugando nella lontana memoria dei comici dell’arte alla ricerca di una commedia irrimediabilmente perduta.
"Arlecchino Militare" è nato nel 1995 in tre realizzazioni itineranti che ebbero come corrispettivo scenico tre grandi castelli: Assisi, Corciano e Udine. Ad esse parteciparono gruppi teatrali e musicali locali secondo il metodo del "teatro fuori dal teatro" che Farneto Teatro perseguiva in quel periodo. Il ruolo di Arlecchino era interpretato da Eugenio Allegri. Lo spettacolo costituiva la seconda parte del progetto di realizzazione di "Un uomo è un uomo", in un primo tempo ambientato ai giorni d'oggi all'interno di fabbriche e cantieri, poi nel mondo della commedia dell'arte in rocche e castelli.
Dieci anni dopo, nel 2004, "Arlecchino Militare" è tornato in scena per iniziare un nuovo percorso. Il ruolo di Arlecchino è ora interpretato da Marco Sgrosso. Lo spettacolo è approdato alle forme canoniche del palcoscenico, pur adattandosi frequentemente agli spazi reali secondo l'antico gioco dei comici dell'arte. La storia dell'arruolamento di Arlecchino é ambientata in un passato remoto astratto, nella grottesca babele linguistica che doveva accompagnare il transito di una armata straniera nelle campagne italiane. Si sviluppa in un liguaggio immaginario, pronunciato dalle maschere con inflessioni dialettali differenti. Arlecchino è un immigrato napoletano al servizio di Pantalone; è stupito e attratto dalla guerra e dall’armata straniera portatrice di una ricchezza a lui sconosciuta: si illuderà di “giocare” i soldati, ma verrà a sua volta “giocato”.