CENTO ANNI DI PASOLINI
elaborazione drammaturgica e interpretazione Elena Bucci
musiche originali eseguite dal vivo alla fisarmonica Simone Zanchini
cura e drammaturgia del suono Raffaele Bassetti
produzione Le belle bandiere
con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e Comune di Russi
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Non si finisce mai di conoscerlo. Ad ogni rilettura, ad ogni ascolto e visione emergono sfumature che appaiono nuove, come accade quando si rileggono i grandi libri, quando si ascoltano le grandi musiche. Al compimento dei cento anni dalla sua apparizione nel mondo, si rivela ancora una volta maestro di rigore e libertà. Con rigore afferra, studia, scandaglia, conosce, approfondisce, domanda, ricerca dentro la storia, nelle geografie di campagna e di città, dentro le persone, si impadronisce dei codici delle discipline che lo incuriosiscono e che vuole praticare. Con estrema libertà mescola le arti, alto e basso, “carne e cielo”. Il suo talento impetuoso spazia dal cinema al teatro, dalla poesia alla prosa, dai saggi agli articoli fino a trasparire anche attraverso interviste ed epistolari. Cavalca ragione e sentimento, onestà intellettuale e azzardo coraggioso e apre a tal punto lo sguardo sul passato e sul presente da innescare profetiche visioni che sono ora realtà.
Applica lo stesso rigore e la stessa libertà alla musica, che ama: scrive testi per canzoni, divora e studia la musica classica, ricerca intorno a quella popolare, riversa questa ricchezza vasta e poliedrica nel cinema, in teatro, rompendo gli steccati, gli stereotipi, spesso scandalizzando un uditorio colto, ma irrigidito dalle abitudini e dai pregiudizi.
Vorrebbe essere tutto.
“Ebbene, ti confiderò, prima di lasciarti,
che io vorrei essere scrittore di musica,
vivere con degli strumenti
dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare,
nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto
sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta
innocenza di querce, colli, acque e botri,
e lì comporre musica
l’unica azione espressiva
forse, alta, e indefinibile come le azioni della realtà.”
(P.P. Pasolini, Poeta delle ceneri, «Nuovi argomenti», 67-68 (1980), p. 26. Ora in Id., Bestemmia, a cura di G. Chiarcossi e W. Siti, Milano 1996, vol. IV, pp. 921-922)
Lo immaginiamo, attraverso le parole dell’amica Laura Betti, in una villa del Circeo a strapiombo sul mare mentre ascolta gli amati Mozart e Bach mescolandovi il “ronzio della sua alacre e serena operosità: una Olivetti da corsa carrozzata Ferrari per tenere il ritmo delle mille idee che scendono a rivoli per i boschi, per i burroni, oppure davanti ad un mare libero…”
Era re di un regno “dove si spalancavano le finestre e ne uscivano versi, rime, scoperte preziose, grida al cielo, alla terra, alla polenta che Pier Paolo raccoglieva diligentemente con mani appassionate intorno a sé…un regno dove lo statuto era una dichiarazione d’amore alla vita, un impegno a non sottrarsi mai per nessun motivo, all’amore. Un impegno di morte.”
Intreccio voce, canto e testi ad una musica multiforme e cangiante che sa accostare passato e presente, commedia e tragedia, evocando una straordinaria stagione della cultura e dell’arte italiana. Simone Zanchini sa trarre dalle sue fisarmoniche il suono di un’intera orchestra.
Tutto è in onore di Pier Paolo Pasolini, poeta di saggezza e infantile stupore, sempre ragazzo, sempre ribelle, sempre qui.