... DELLA STESSA SOSTANZA DEI SOGNI

Esercizi di improvvisazione creativa e percorsi per la costruzione del personaggio attraverso l’opera di William Shakespeare.

a cura di Marco Sgrosso

Giunto al terzo percorso di studio per il Centro Teatrale Umbro, incentrato sulla costruzione del personaggio e sull’analisi delle relazioni all’interno di un testo drammaturgico, ho scelto di focalizzare il lavoro sull’opera di quello che possiamo considerare forse il più grande autore teatrale di ogni tempo, per la vastità e la compattezza della sua produzione, rappresentata in tutto il mondo con continuità costante e inesauribile varietà di forme: William Shakespeare.
Al di là del valore riduttivo di ogni classifica, è indubbio che le tragedie e le commedie shakespeariane continuano a popolare le programmazioni dei teatri di ogni paese e a nutrire l’immaginazione di registi, attori, drammaturghi e scenografi di ogni nazionalità, prestandosi con stupefacente malleabilità ad allestimenti sia classici che sperimentali, a riscritture più o meno parziali e fedeli e a preziosi percorsi di formazione didattica. Le motivazioni di questa solida resistenza al tempo, alle mode e alla mutazione degli assetti politici, civili e sociali non hanno bisogno di spiegazioni: lo spettro di indagine della sua opera – forse ancora di più di quello della Tragedia Greca – ingloba ogni aspetto dell’esistenza umana. Guerra e politica, religione ed etica, scontri generazionali ed evoluzioni sociali, lealtà e tradimento, odio e amore, ricchezza e povertà, intelligenza e stupidità, diversità geografica e culturale, altezza dello spirito e basso materialismo: tutto ciò che fa parte dell’evoluzione dell’uomo sulla terra trova riscontro negli argomenti delle sue opere, siano esse declinate con la potenza compatta delle tragedie e dei drammi storici che con la leggerezza graffiante delle commedie. E alla ricchezza dei contenuti, si aggiunge la brillantezza di una forma letteraria caratterizzata da un’altezza poetica della parola spesso ineguagliabile che si alterna alla sintesi lapidaria dei passaggi più rudi, triviali o violenti. La lingua di Shakespeare si nobilita o si immiserisce al di là di ogni barriera sociale: sovrani e sudditi, servi e padroni, nobili borghesi e plebei possono assurgere alle vette della poesia come abbassarsi alla ruvidezza di battute volgari e prosaiche, senza mai perdere di credibilità. In questa cornice ricca di variabili e fitta di sfumature complesse, i rapporti tra i personaggi sono improntati ad una straordinaria ‘verità’ di relazione, indipendentemente dalla sincerità o dalla falsità dei sentimenti che le animano, a seconda del mutare degli equilibri e delle circostanze. Per tutte queste ragioni, molti dialoghi – come pure alcuni celebri monologhi – delle sue opere rilucono come gioielli e offrono all’attore una straordinaria palestra di opportunità espressive.

Il lavoro di questo terzo anno – teso a sviluppare la metamorfosi del corpo, della voce e delle emozioni e ad indagare i lati più oscuri accanto a quelli più luminosi – riprenderà le linee di quello svolto nelle esperienze precedenti e ha l’intento di stimolare l’apporto creativo individuale nel percorso che porta alla costruzione del personaggio e alla scrittura scenica attraverso l’improvvisazione mirata, senza perdere attenzione alla dinamica delle relazioni interpersonali e ad una costante rielaborazione degli stimoli raccolti giorno per giorno, cercando di privilegiare le indicazioni più pertinenti alla propria natura pur nella corretta gestione di una forma linguistica e letteraria che richiede disciplina e dedizione.

Il lavoro partirà da alcuni testi di riferimento che saranno indicati con maggiore precisione una volta formato il gruppo di lavoro.

Ai partecipanti è richiesta la lettura integrale e la scelta di un monologo o di un dialogo da una delle seguenti opere di William Shakespeare: Amleto, Otello, Macbeth, King Lear, Romeo e Giulietta, Riccardo III

È necessario un abbigliamento comodo per il training propedeutico al lavoro creativo.

Invito i partecipanti a portare abiti, accessori e oggetti in tono con i personaggi e le atmosfere delle opere indicate, come pure tracce musicali che li entusiasmino in modo particolare ed eventuali strumenti musicali che sappiano suonare.