ELEONORA o DELLA METAMORFOSI

di Elena Bucci e Paolo Puppa

con Elena Bucci

musiche originali dal vivo di Dimitri Sillato - luci Giovanni Belvisi - suono Roberto Passuti - oggetti di scena Claudio Ballestracci - costumi di Ursula Patzak realizzati da Marta Benini

Università Ca' Foscari Venezia, Fondazione Giorgio Cini onlus

debutto 3 ottobre 2008, Auditorium Santa Margherita, Venezia
all'interno della manifestazione "Voci e anime, corpi e scritture - Convegno internazionale per i 150 anni dalla nascita di Eleonora Duse 1858-2008".
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Scritto a quattro mani dal commediografo e dall'interprete stessa, questo monologo attraversa fasi successive della carriera teatrale e umana di Eleonora Duse, nell'alternanza dei trionfi e delle crisi frequenti, in una spirale ascendente che trasforma a poco a poco l'incerta interprete misconosciuta nella star mondiale che ha fatto impazzire uomini e donne al di qua e al di là dell'Oceano Atlantico. L'attrice è ripresa in sequenze diverse, flash che illuminano da un lato l'inevitabile discontinuità umorale e dall'altro la progressiva costruzione del mito. Così si passa dai momenti faticosi in cui la protagonista si inchina davanti a grandi modelli ancora attivi nella ribalta italiana ottocentesca, cercandone protezione e promozione, a quelli del potere in cui si sottrae davanti alle pressioni esercitate su di lei da postulanti e da giovani ambiziosi alla ricerca del suo aiuto. Ma nelle stazioni di questa avventura tanto insolita, consegnata all'azione inesorabile del tempo che muta in Eleonora prospettive, equilibri, condizioni, repertori, valutazione di sé e degli altri, si afferma il culto del lavoro, della responsabilità manageriale e culturale della donna che riesce ad imporsi, nonostante contrasti, resistenze, ostilità, malattie, e a ergersi ad eroina che rappresenta ed esprime nervi, sogni, fantasie, istanze trasgressive e impulsi ideali di più di una generazione femminile. Elena Bucci, da sola in scena, sfoggia il proprio temperamento autonomo e personalissimo che ne ha fatto una figura insolita nel panorama nazionale. (Paolo Puppa)

Da diversi anni mi occupo, attraverso l'ideazione e produzione di spettacoli, della figura di Eleonora Duse.
Nonostante il nome sia molto famoso, ho dovuto prendere atto di quanto questa donna coraggiosa e 'rivoluzionaria' sia spesso poco conosciuta, specialmente tra le ultime generazioni, e vagamente ascritta ad un repertorio polveroso e lontano dalla contemporaneità. Io ne derivavo sensazioni del tutto opposte: ho quindi cercato tutto il materiale che la riguardasse, per tentare di delinearne diversi ritratti. Presentando il lavoro in diverse fasi, da quella itinerante, a quella per il teatro, alla versione in concerto con musiche dal vivo, ho riscontrato un grande interesse nel pubblico e una tangibile emozione. Allo stesso tempo, io stessa ne traevo elementi di riflessione e di trasformazione. Tutte cose che mi hanno spinto a non abbandonare il lavoro su di lei.
Ora si è presentata l'occasione di collaborare con uno studioso che stimo molto, Paolo Puppa, e proprio intorno a nuovi aspetti di Eleonora che ancora non avevo indagato. Poter unire la mia esperienza e la scrittura e la sapienza di Paolo in un unico lavoro, mi è sembrata una bellissima prova. E non poteva esserci contesto migliore per proporla che queste Celebrazioni Dusiane.
Tornando a studiare Eleonora nel 2008, ho approfondito tutti gli aspetti che riguardano il suo modo di lavorare, di dirigere gli attori, di relazionarsi con il mondo del teatro e con le sue insidie. Mi è piaciuto immaginare coloro che l'hanno conosciuta mentre parlano di lei, quasi che, passando il tempo, la cosa più importante sia non tanto metterne a fuoco l'immagine, quanto allontanarla, per sentirne soltanto l'intensa carica energetica che ci spinge al coraggio.
Così, quando pochi giorni dopo il debutto, Maria Ida Biggi mi ha aperto la porta della 'stanza del tesoro' presso la Fondazione Cini all'Isola di San Giorgio, e ho potuto vedere i copioni e le lettere, ho capito cosa intendeva dire Leo de Berardinis, il mio maestro, quando ripeteva: «Il tempo non esiste». (Elena Bucci)

Parlare d'arte? non si può, sarebbe come parlare dell'amore.
I successi, le tradizioni, le convenzioni, in arte non significano niente.
Chi pretende poi di insegnarla, quello, non ha capito niente!
Nella anarchia che scompiglia e devasta le povere vite dei nostri attori c'è fra tanto male almeno questo di buono: la libertà.
Ogni punto di arrivo è unicamente un punto di partenza. Se lo ricordi - La prego. Io resto, per ora, qui, è vero. In questo girone di teatri e tournées, ma per andare altrove.
Se lo ricordi - e ci ritroveremo nell'ora propizia al lavoro.
La mia arte non è la parte più bella di un teatro superato e la mia ricerca è instancabile. (Eleonora Duse)