MA GUARDA: UN UOMO CHE SEMBRA FELICE!

laboratorio intensivo e residenziale condotto da Marco Sgrosso

“Non so perché ma oggi mi sento tutta piena di luce…”
da Tre sorelle, Anton Cechov

“Mamma, dammi il sole…”
da Spettri, Henrik Ibsen

“In questa eterna lotta uno di noi due dovrà soccombere…”
da Il padre, August Strindberg 
 
 
Percorsi verso la costruzione del personaggio.
Uno sguardo sulle creature di Cechov, Ibsen e Strindberg

Riprendo con gioia al CTU un secondo percorso di studio incentrato sulla costruzione del personaggio e sull’analisi e i possibili sviluppi delle relazioni all’interno di un testo.
Il lavoro di quest’anno seguirà la traccia di quello svolto precedentemente, senza che ciò richieda a coloro che sono interessati a seguirlo di avere già partecipato al primo. Semplicemente, il lavoro sarà indirizzato seguendo un metodo più volte sperimentato di cui ho avuto modo di verificare l’efficacia, che intende stimolare l’apporto creativo dell’attore nel percorso che porta alla costruzione del personaggio, partendo dalla messa a fuoco delle proprie caratteristiche individuali e della propria immaginazione creativa in relazione alle indicazioni e alle dinamiche del testo, attraverso una rielaborazione progressiva degli stimoli raccolti nel corso del lavoro. La fantasia creativa di un attore si fonda sulla messa a fuoco delle sue capacità attraverso un percorso progressivo di scoperta, con l’attenzione ad evitare l’imitazione di modelli predeterminati ma cercando invece di scegliere le indicazioni più pertinenti alla propria natura. Assieme ai partecipanti, io stesso – sulla base di una collaudata esperienza formativa – cercherò di mettere a punto, momento per momento, la metodologia più opportuna per arrivare alla consapevolezza delle proprie scelte espressive.
Per questa nuova avventura ho scelto tre autori che amo molto, accomunati dall’appartenenza ad un’epoca storica in cui lo sguardo verso il ventaglio dei tanti “io” che ognuno porta in sé ha avuto un risalto particolare, grazie anche agli studi della nuova scienza dell’anima, indagata a partire da Sigmund Freud.
Anton Cechov ci offre ritratti di creature appartenenti ai più diversi ceti sociali che si consumano nella monotonia di una volontà apatica, svuotata di ogni capacità di azione, ma tanto umani e veri da essere ancora specchio possibile per ognuno di noi. Attraverso indimenticabili figure di signori, servitori, sorelle, figli e figlie, madri e matrigne, militari, attrici, contabili, maestre, professori e parassiti, Cechov ci restituisce il quadro di un’umanità ricca di anima, sofferente e speranzosa, divertente e divertita, in un delicato equilibrio tra il comico e il tragico, tra profondità e leggerezza.
Con estro diverso ma non meno sublime, Henrik Ibsen descrive il tormento di anime ingabbiate nelle proprie ossessioni e braccate dagli spettri di un passato che opprime il presente con il peso di colpe che si tramandano di generazione in generazione, ostacolando il diritto alla felicità. Eppure la tragicità di queste situazioni è attraversata da squarci di livida comicità, grazie al lucido acume con cui l’autore descrive la vulnerabilità, la tenerezza e la meschinità
dei suoi personaggi.
Più aspro e feroce, inquieto e malato come le sue creature, August Strindberg ci proietta in un universo in cui l’odio è più potente dell’amore e il sacrificio non comporta l’assoluzione.
Nei testi di questo autore spietato e moderno, esplode il contrasto tra una sensibilità femminile ombrosa e spesso infida e una compattezza maschile ruvida e quasi sempre braccata, nel consumarsi di un conflitto inesausto che conduce al declino inesorabile della pace.
Accomunati dalla convinzione dell’impossibilità di un bilancio limpido tra rimpianti, nostalgie, rimorsi, speranze, aspirazioni e ribellioni – e perciò ancora così vicini al nostro presente – questi tre giganti della drammaturgia teatrale ci aprono un ampio ventaglio di possibilità per un viaggio nelle capacità creativa individuale dell’attore attraverso la metamorfosi del corpo, della voce e delle emozioni e lo stimolo all’indagine dei nostri lati più oscuri come di quelli più luminosi.
Il lavoro di costruzione del personaggio e analisi delle relazioni partirà da alcuni testi di riferimento che saranno indicati con maggiore precisione una volta formato il gruppo di lavoro, per essere poi adattati e rielaborati verso una “scrittura scenica” originale, forte dell’apporto individuale di ognuno dei partecipanti.

È condizione auspicabile per partecipare nel modo migliore al laboratorio la lettura di almeno tre delle seguenti opere, una per ogni autore:
Anton Cechov: Il gabbiano – Tre sorelle – Zio Vanja – Il giardino dei ciliegi
Henrik Ibsen: Spettri – Casa di bambola – Rosmersholm – Hedda Gabler – J.G. Borkmann
August Strindberg: Il pellicano – Il padre – Creditori – La signorina Giulia
 
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Gli interessati dovranno inviare via email, specificando nell’oggetto Stage Sgrosso: due foto, una in primo piano e una a figura intera in formato jpg dal peso complessivo massimo di 800 KB e
un CV sintetico (in formato word) in cui siano indicate le esperienze artistiche e teatrali.
L'email dovrà pervenire all’indirizzo info@centroteatraleumbro.it entro e non oltre il 31 luglio 2022.
 
per informazioni e costi:     075 7822418    338 9788533     info@centroteatraleumbro.it