PAVEL FLORENSKIJ

dalla filosofia della bellezza al gulag delle Solovki

relatore Natalino Valentini, filosofo, direttore dell’ISSR Rimini e curatore delle edizioni italiane di P.A. Florenskij
voce recitante Elena Bucci
introduce Giorgio Gualdrini

14 giugno 2017 - Refettorio Museo Nazionale, Ravenna

Ravenna Festival
in collaborazione con Associazione Romagna-Camaldoli
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Pavel Florenskij - il “Leonardo da Vinci russo”, nato nel 1882, fucilato nel 1937 dopo essere stato deportato nel gulag delle isole Solovki nell’estremo nord della Russia - è una delle figure più significative e sorprendenti del pensiero religioso russo, oggi riscoperto in gran parte d’Europa come uno dei maggiori pensatori del Novecento. Il presbitero ortodosso Pavel Florenskij è anzitutto un filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell’arte e filosofo del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e di semiotica. Dopo oltre cinquant’anni di oblio, a poco a poco sono tornate alla luce parti considerevoli della sua vastissima eredità culturale, lasciando emergere la statura di vero e proprio “gigante” del pensiero.

foto Jenny Carboni