QUANDO A MORIRE È MUSICA E DONNA

dedicato a Wagner e alle sue eroine

di e con Elena Bucci

materiali drammaturgici elaborati da brani dalle lettere, da ‘La mia vita’ di Richard Wagner e dai libretti delle opere ‘Tristan und Isolde’, ‘Die Walkuere’, ‘Goetterdaemmerung’

elaborazione del suono Raffaele Bassetti - luci Loredana Oddone - cura Nicoletta Fabbri

un progetto a cura del Teatro La Fenice di Venezia con il sostegno della Fondazione Giorgio Cini di Venezia
produzione Le belle bandiere in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Russi
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Nel 2013, in occasione del compleanno wagneriano, ho accolto con entusiasmo l’invito giunto dal Teatro La Fenice di Venezia cominciando a lavorare intorno a questo tema. Ho isolato brani musicali e testuali tratti da tre opere nelle quali, appunto a morire è musica ed è donna: Tristano e Isolde (Morte di Isolde), La Valchiria (Addio di Brunilde), Il crepuscolo degli dei (Morte di Brunilde) integrati dalle sorprendenti didascalie e da brani nei quali si affacciano Tristano, amante di Isolde, e la figura del padre dio Wotan, creatore e distruttore della figlia Brunhilde.
Ammiravo Wagner musicista e innovatore, ma non avevo valutato appieno quanto fosse anche un originale poeta e scrittore. Ho indagato quindi, oltre alle opere, la corposa autobiografia e una parte delle lettere, materiali sorprendenti per freschezza e vivacità.
Mi hanno molto colpito la tenacia e il talento con i quali ha perseguito la visione di un teatro - come luogo fisico e come luogo spirituale - nel quale le arti si potessero fondere, sempre in cerca di un linguaggio antico e nuovissimo che ora pare assomigliare molto a quello inseguito dai contemporanei e ci ricorda le grandi trasformazioni dell’arte che hanno segnato la storia.
Rileggendo i libretti delle sue opere, partendo dalle didascalie per arrivare ai testi dei grandi temi musicali, ho trovato una scrittura densa e visionaria che, prendendo ispirazione da antichi miti, crea singolari relazioni tra i personaggi, tra sentimento del sacro e libertà, tra favola e storia.
Le figure femminili immaginate da Wagner sono forti e affascinanti, spesso istintive e battagliere depositarie delle leggi non scritte del futuro e allo stesso tempo custodi non convenzionali e non conformiste di importanti valori umani e sociali.
Come spesso accade nell’arte di quel periodo, le morti e gli addii di queste eroine generose e coraggiose sono il nucleo simbolico di molte vicende e incarnano alla perfezione la densa e simbolica immagine delle vittime sacrificali.
In queste scene di separazione, Wagner crea testi ispirati, intrecciati a meraviglia a melodie misteriose e dolcissime, potenti e innovative.
Resta sospesa nell’aria la domanda: come mai sono tanto spesso le donne a diventare muse della musica e dell’arte votate al sacrificio? Non intendo rispondere, non ne avrei i mezzi, ma certamente ho la curiosità per l’indagine. 
La drammaturgia del suono: abbiamo creato un magma di musica e testo che, pur partendo dalle composizioni originali, mettesse in rilievo la forza della scrittura e della creazione poetica.
Mentre da attrice porto in primo piano le parole, la musica mi sostiene e, come una regina, maestosa sussurra la sua lingua potente.

 
foto Paolo Maioli