RIVOLUZIONE DUSE
Parte numero uno, Venezia: Rivoluzione Duse, un archivio vivo
drammaturgia, regia e interpretazione Elena Bucci
musiche originali eseguite dal vivo Christian Ravaglioli
luci Loredana Oddone - registrazioni, drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti - assistente all’allestimento Nicoletta Fabbri - scene Nomadea - costumi Marta Benini - disegni Davide Reviati - video Stefano Bisulli
produzione Le belle bandiere
con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Russi
si ringrazia il Teatro Comunale di Russi
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Eleonora traspare e appare da ogni lettera, da ogni documento, ci sorride attraverso il tempo e ci esorta alla rivoluzione, che altro non è che lotta al pregiudizio e ricerca della verità, pur sapendo che appena intravista fugge altrove. Come Eleonora stessa fa, con la sua luminosa scia.
Lo spettacolo, che pensavo di avere creato solo per un mio percorso di studio, ha viaggiato molto, approdando sia in luoghi minuscoli che in teatri ed istituzioni prestigiose, anche in occasione di importanti manifestazioni dedicate a Duse.
Questo nuova celebrazione è una felice occasione che incontra il mio desiderio di tornare a studiarla. Come ho scritto nello spettacolo ‘Risate di gioia’, Eleonora riesce a parlare a nome di tutti ‘gli stregati’ dal teatro, ma anche da molte altre passioni. Gli ‘stregati’ sono tutti coloro che, in ogni tempo, hanno dedicato la vita alla loro vocazione, ad un progetto, ad un ideale. In un tempo dove il presente sembra l’unica realtà possibile e dove conformismo, opportunismo e paura si nascondono sotto sgargianti travestimenti, torno a viaggiare nel passato per incontrarla e ritrovare la sua ricerca di verità che appare ora più che mai nella sua possente forza rivoluzionaria.
Questo nuovo viaggio si arricchisce dell’esperienza dei miei ultimi venti anni di vita, densi di teatro, incontri, riflessioni, deviazioni, ritorni. Attingerò anche alla storia dello spettacolo a Duse dedicato che tanto mi ha insegnato. Mi sento pronta a raccontare, con il supporto di nuovi documenti e con l’illusione di averla accanto, non solo aspetti della sua vita che non avevo ancora attraversato, ma anche questo ultimo scorcio di storia.
Nella dimensione privilegiata di sogno del teatro, posso pensare di affacciarmi con lei alla finestra, lasciandomi avvolgere dal suo umorismo, dalla sua forza, dal suo coraggio.
A questo punto del cammino, cadute le illusioni e illuminate le verità, la voglia di combattere è limpida e leggera e ridere e piangere possono essere la stessa cosa. Lo scrissi nel mio primo spettacolo su di lei e lo sentivo. Ora lo so. Ancora e sempre stregata.
foto di scena di Lilith Grassi
primo allestimento di “Non sentire il male” a Palazzo San Giacomo di Russi