SCRIVERE IN SCENA
Fin dal mio debutto con Leo de Berardinis, ma forse ancora prima, quando pensavo che le mie bambole avessero molte cose da dire, ho imparato a poco a poco a scrivere in scena, con le parole, con la voce, i gesti, i movimenti, la mia posizione nello spazio, la relazione con la luce, il suono, il pubblico. Poi torno alla carta e cerco di annotare quello che è successo, per tornare poi alla scena. Penso che ad ogni attrice e attore, anche se non vuole diventare drammaturgo o regista, sia utile diventare consapevole e maestro della sua originale e personale scrittura scenica. Anche interpretare un ruolo già scritto chiede di riscriverlo nel proprio corpo per trovare una particolare rifrazione di autenticità.
Mi è sempre piaciuto mettere al servizio la mia esperienza per aiutare chi incontro a trovare la sua irripetibile scrittura in scena. La prima spettatrice meravigliata ed entusiasta dell’infinita varietà delle creazioni e delle anime sono io, nella speranza che ogni artista di teatro diventi sempre più libero e forte.
Questo tempo chiede coraggio e determinazione per riuscire a sottrarsi ai meccanismi malati della pubblicità, del consenso obbligatorio, di un mercato bugiardo che non privilegia quasi mai la qualità e chi pratica l’arte deve avventurarsi per primo sulla difficile e bellissima strada che porta a fare un lungo giro al fine di scoprire per quale compito siamo nati, al di là di quello che gli altri ci suggeriscono di essere e di fare.
Partiremo da un lavoro sulle tecniche fondamentali del teatro, viste come strumenti per acquisire libertà creativa e proveremo a costruire brevi drammaturgie e scritture sceniche sia in solo che in gruppo.
Si consiglia un abbigliamento comodo, ma non ginnico.
Sarebbe bello che ognuno portasse sia indumenti maschili che femminili e, magari, un cappello.