SHAKESPEARE IN SOLO

una lettura in musica
elaborazione drammaturgica da
Romeo e Giulietta, Macbeth, Amleto, Otello, Re Lear, Tempesta di William Shakespeare

di e con Elena Bucci
musiche e cura del suono Raffaele Bassetti

Le belle bandiere con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Russi

debutto: 24 ottobre 2016 - Teatro Ca' Foscari, Venezia
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Ho conosciuto e amato l’opera di Shakespeare fin dal primo debutto in teatro, guidata dal mio maestro Leo de Berardinis. Sono passata attraverso Lear, Amleto, Tempesta, Macbeth, prima come attrice e poi come regista e autrice. Vi ho sentito la forza di storie e sintesi poetiche che, arrivando di bocca in bocca da un tempo antico, sono passate attraverso il linguaggio, la fantasia, le azioni di molti. Questa tessitura di memoria concreta, impalpabile e magnetica, affida alla poesia il compito di decantare la storia per trasmetterne al futuro il senso. Consegnata all’arte del teatro, diventa una densa scrittura che pur mantenendo la sua identità riesce a modificarsi e immergersi in altri tempi, corpi, voci. Resiste e regge ad ogni cambiamento, traduzione e tradimento, invita a moltiplicare i punti di vista e a rivedere la propria visione del mondo, la relazione con sé e con gli altri, il rapporto con il potere, i sentimenti, l’amore e la morte. Invoco l’aiuto del Bardo e di tutti i suoi spiriti perché mi trasportino in volo sulle ali della poesia, che mi pare ora più che mai un nutrimento vitale.
“Posso rivolgerti la parola Poeta, grande Bardo, Willliam Shakespeare? Da dove arrivano le tue storie? Da quale antichità? Da quante voci sono state ripetute, per quanti secoli? E tu? Sei uno solo? O centomila? Sei esistito davvero? Come hai potuto concepire tante opere immortali nel breve spazio di cinquantadue anni? A Straford nascesti e moristi, ma la tua vita vale un viaggio intorno al mondo. E come ti prese la passione per il teatro? Fu una compagnia di passaggio, un racconto, un libro? In quale gioco d’infanzia il teatro t’incantò? Fu una frase capitata per caso al tuo orecchio? una voce? Fin dal mio debutto le tue parole mi inseguono e mi precedono.
Da secoli incantano il mondo.
Mandami come guide i tuoi fedeli servitori, gli elfi, le fate, gli gnomi, i folletti, Titania e Oberon, mandami tutte le streghe e i tuoi spiriti, leggeri e luminosi come il veloce Ariel e dispettosi e cupi come il deforme Calibano. Portami, o grande Bardo, ancora una volta in volo tra lande desolate e castelli, prigioni e boschi, strade sperdute, campi di battaglia, terrazze e giardini dove si inseguono gli amanti, tombe misteriose, palazzi dove vengono trucidati i principi e le regine ancora bambini, notti armoniose dove canta l’usignolo che all’alba si incrocia con l’allodola e notti buie e senza speranza dove stridono le catene e morde la paura, prigioni dove volano farfalle colorate. Fammi approdare all’isola misteriosa dove si celano tutti gli incanti e i sortilegi, l’isola dell’immaginazione dove hai creato i tuoi personaggi, Romeo e Giulietta, Sir and Lady Macbeth, e Ofelia e Amleto, Otello e Desdemona, Emilia e Jago, e Re Lear con le sue figlie Gonerill, Regan e Cordelia. Sii per me grande Bardo come Prospero, il maestro di magie che sa liberare gli spiriti che comanda, seppellire la sua bacchetta e buttare in fondo al mare il libro, per affidarsi soltanto alle sue deboli forze umane e a quella della poesia.”

 
foto Giovanni Tomassetti