SONHOS 2013

progetto a cura de Le belle bandiere
ideazione Elena Bucci
direzione artistica Elena Bucci e Marco Sgrosso
cura Nicoletta Fabbri

con il sostegno e la collaborazione di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Russi, Pro Loco Russi, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
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28 luglio 2013 - Palazzo San Giacomo,, Russi (RA)

SMEMORANTES
un viaggio lungo un anno

a seguire presentazione del progetto

LA BIBLIOTECA DEI RICORDI
ideazione Elena Bucci
registrazioni audio e cura del suono Raffaele Bassetti

Qualcuno, del quale non ricordo il nome, ha detto: ‘la voce è lo specchio dell’anima’.
Concordo. Ascoltare una voce nel buio, nel silenzio, fa affiorare immagini misteriose, desta la curiosità e l’ingegno, sveglia le emozioni. Si intuiscono sofferenze, malattie, speranze. Il suono della voce è esso stesso racconto, al quale si aggiungono poi le scelte delle parole, delle pause, dei toni, degli scoppi e dei bisbigli.
In un’epoca dominata dalle immagini, affidarsi al suono spesso riposa e rigenera, lascia liberi di immaginare ciò che si vuole.
Quante volte mi ha toccato il mistero di una voce.
Altrettanto spesso ho rimpianto di non avere acceso un registratore al momento giusto per carpire voci dense, rotonde, graffiate, sussurrate che mi riportavano frammenti lucenti di ricordo, talmente intensi da diventare fiabe e romanzo di vita quotidiana.
Dei miei rimpianti ho fatto ispirazione per gli spettacoli e la disperazione di non poter risentire certe voci le ha fatte diventare un motore per la creazione.
Non ho però smesso di sognare un luogo immaginario dove, nel silenzio, fosse possibile accedere ad un archivio di voci che raccontano, una BIBLIOTECA DEI RICORDI.
Ad un matrimonio, dove gioia e malinconia spesso si fondono, qualcuno mi ha raccontato che mia nonna e la mie prozie Sina e Maria, contadine da sempre, a volte, in casi eccezionali, chiamavano un taxi per andare al mare. Non avrei mai potuto immaginarlo. Nella voce di chi raccontava c’era, intatto, il colore dello stupore dello sguardo bambino che ancora illuminava quel passato.
È un esempio piccolissimo, ma in quel momento ho pensato che era il momento di inaugurare il sogno della Biblioteca, con l’aiuto della splendida competenza di Raffaele Bassetti, genio del suono capace di infinita leggerezza nel carpire il caso e le mutevolezze della vita per coniugarle con un’implacabile precisione tecnica.
Ed eccoci qui, armati di pazienza curiosa e di temeraria impudenza, a costruire la nostra infinita Biblioteca, sapendo che le cose migliori non si registrano mai. (EB)
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30 luglio 2013 - Palazzo San Giacomo, Russi (RA)

LA MORTE DI GIULIO CESARE
lettura di e con Claudio Morganti

Certo, si tratta di una lettura.
Una lettura è "qualcuno che legge". Ma io vorrei puntualizzare. Vorrei proprio fare il pignolo.
Vorrei rilevare una cosa, che forse è irrilevante, ma che io rilevo lo stesso.
Di solito si legge letteratura, romanzi brevi, racconti lunghi, a volte ci si spinge con incoscienza persino a leggere poesia, ma è molto difficile (direi impossibile) che qualcuno osi leggere "drammaturgia".
Detesto annoiare, dunque non starò qui a dire "cos'è", secondo me, la drammaturgia, (anche se è questione davvero interessante e affatto noiosa, credetemi).
Leggere "drammaturgia".
Dirò soltanto che si tratta di rendere chiaro e manifesto qualcosa che è stato scritto non per esser letto da una sola persona, ma per essere recitato da più attori.
Una piccola, inutile impresa, ma pur sempre un'impresa.
Naturalmente non si tratta di virtuosismo ma semplicemente di comunicare a chi ascolta una propria idea di quel testo, attraverso colori, ritmi, timbri pause e silenzi.
Un esercizio che consiglio a tutti gli attori, ma soprattutto ai registi.
Agli ascoltatori, invece, auguro un buon divertimento. (Claudio Morganti)
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Laboratori - Sala Nomadea, Russi (RA)

dall'1 al 6 luglio, dal 24 al 27 luglio 2013

preparazione di
SMEMORANTES - strategie del rito e nuove scritture del mito
laboratorio di lettura e scrittura scenica a cura de Le belle bandiere
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dal 31 luglio al 2 agosto 2013

L’ATTORE E LA SUA OPERA
laboratorio di creazione drammatica
condotto da Claudio Morganti e da Rita Frongia

Si tratta di un laboratorio di scrittura e movimento, ma la scrittura per la scena è movimento.
Dunque il laboratorio procederà su due linee parallele: la pagina (spazio che ospita parole in movimento) e la scena (spazio che ospita suono in movimento).
A partire da scene di testi e da immagini fotografiche si indagheranno i concetti di analisi, riscrittura, adattamento, trasformazione, suggestione.
Rita Frongia si occuperà della zona drammaturgica e Claudio Morganti delle verifiche di palcoscenico. Entrambi i percorsi tenderanno a far sì che ogni partecipante possa sperimentare le dimensione di una propria autorialità, la possibilità, cioè, di essere autore di un proprio percorso creativo e di un proprio operare sulla scena. (Claudio Morganti e Rita Frongia)
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dal 30 agosto all'1 settembre 2013

VOCE
laboratorio pratico sulla voce condotto da Andrea de Luca

(Cosa si fa) Numerosi esercizi su: respiro, soffio, suono; si esplora il rapporto della voce con lo spazio, si esplorano gli spazi della voce; si gioca con i toni per raggirare l’intonazione; si scoprono i suoni che abitano in un singolo suono; si parla, infine, si dice qualcosa a qualcuno.
(Chi partecipa) È aperto a tutti, a chi usa o vuole usare la voce in pubblico, per lavoro e/o piacere, ma anche a chi vuole saperne di più solo per viverla meglio e a chi si chiede se la voce con cui parla è sua o no, per disegnare mappe più grandi, tanto per cominciare.
(Cosa portare) Due testi: un discorso di circa 15 righe, che si intende da pronunciare in pubblico e una poesia breve, oppure una sua parte significativa, che saranno oggetto e soggetto di varie possibilità di lavoro (se sono in lingua straniera o in dialetto, portare anche una traduzione italiana); abiti comodi, tappetino per esercizi a terra.
(Note) Il lavoro parte da vicino, dal respiro, dal rapporto tra il soffio e il suono, poi s’intreccia con varie pratiche vocali e anche sfiora il canto, ma cerca soprattutto di andare verso il dire. La voce si svela, piano piano o all’improvviso, grazie alla pratica degli esercizi, a volte anche in gesti involontari che in realtà raccolgono l’esigenza del corpo di fare meno e meglio. Ciò che avviene, quando avviene, vive nell’ascolto, di sé e degli altri, e soprattutto nell’ascolto come gesto, attitudine interiore portata nel fare concreto di ogni singolo atto vocale, dalla presa di fiato fino alla fine del suono, quando il corpo chiede che il giro ricominci, respiro suono respiro…
Prendere la parola, prendere posizione, parlare, alzare la voce ma per farsi udire. Alzarsi e fare un discorso, oppure stare seduti e provarlo, tra sé e sé, per poi lanciarlo alla stanza accanto, all’edificio di fronte, nel vuoto o nel pieno di una piazza. Qualcosa che vorremmo dire o qualcosa che vorremmo far dire a qualcuno che ci impersoni o che possiamo impersonare. E gli altri intorno, gli altri di fronte, ovunque, o intorno il vuoto, chissà. (Andrea de Luca)

rassegna stampa